Che il gioco della Lazio puntasse molto sugli inserimenti in zona gol dei centrocampisti a discapito delle punte, chiamate a fare un importante lavoro di manovra per disorientare i difensori avversari (senza trascurare troppo i gol ovviamente), lo si era capito già lo scorso anno quando la Lazio grazie al bellissimo gioco espresso è arrivata realizzare 71 gol in campionato (numero che sta molto a cuore ai tifosi biancocelesti per ovvi motivi) di cui più della metà realizzati proprio dai centrocampisti (47 gol per la precisione): ben 3 furono i centrocampisti che raggiunsero la doppia cifra (Felipe Anderson, Candreva e Parolo) più Mauri che si fermò a 9 gol realizzati, numeri impressionanti che permisero alla Lazio di raggiungere il 3° posto.
Quest’anno il trend si sta ripetendo. Infatti, se da un lato gli attaccanti stanno facendo fatica a trovare una consistente vena realizzativa (complici anche una serie di infortuni che hanno creato non pochi problemi), vedi Matri, Djordjevic e Klose (i primi due fermi a quota 2 gol in campionato mentre è ancora a secco il tedesco, che cerca di compensare con gli assist), dall’altro lato…sulla scia dello scorso anno, il reparto di centrocampo continua ad essere decisamente l’arma segreta del gioco espresso da mister Pioli, il “Bomber” che non ti aspetti. Con le tre reti rifilate al Torino ieri sera la Lazio è andata a confermare il primato dell’anno scorso: secondo le statistiche infatti, il centrocampo biancoceleste è risultato essere il più prolifico della Serie A con 8 gol segnati (una rete in più rispetto a Roma ed Empoli) e fortunatamente non hanno intenzione di fermarsi ora che la Lazio ha ripreso quel ritmo importante che l’ha contraddistinta fino a pochi mesi fa. Le premesse sono buone: basta vedere Felipe Anderson…che a fine ottobre ha già raggiunto le quattro reti diventando temporaneamente il capocannoniere della Lazio (e pensare che l’anno scorso ha raggiunto quota 4 gol solamente nel mese di gennaio) e guida la speciale classifica della Serie A con il romanista Pjanic e Baselli del Torino. Le altre reti sono state invece realizzate: due dal capitano Lucas Biglia ( ma anche qui gli infortuni sono stati un grosso problema) e una rete a testa invece per Parolo e Lulic. Il totale però può salire qualora l’olandese Kishna fosse collocato nella categoria dei centrocampisti ( grazie al gol segnato all’esordio contro il Bologna). All’appello mancano ancora Candreva, vero trascinatore del reparto la scorsa stagione con 10 gol (ha siglato il primo gol stagionale solo in Europa), e Mauri,così come Cataldi e Morrison, quest’ultimi però hanno giocato pochissimo fino ad ora.
Le statistiche prendono in considerazione solo il campionato di Serie A ma il discorso non cambia se si parla di Europa: anche in tale competizione il trend viene confermato dalle reti del talento serbo Milinkovic-Savic (gol al debutto contro il Dnipro), quella di Onazi e ancora del capitano Biglia con il St. Etienne, oltre alle recenti marcature contro il Rosenborg di Anderson e Candreva, che portano il totale complessivo a 14. Il doppio rispetto ai gol realizzati fino ad ora dagli attaccanti biancocelesti, divisi tra Keita, Djorjdjevic e Matri. In attesa del bomber da 20 gol Pioli si gode i “suoi bomber”. E se il buongiorno si vede dal mattino (salvo la persecuzione degli infortuni) quest’anno la Lazio, con una stagione che sta entrando nel vivo, può raggiungere numeri impressionanti numeri… da Champions.
Marco Lanari