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Ravanelli a “I Laziali Sono Qua”: “Non riesco a vedere Keita in panchina”

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onostante la sua militanza in biancoceleste non sia stata lunghissima, il nome di Fabrizio Ravanelli è legato indissolubilmente alla storia della Lazio, vista la sua presenza nella rosa dello scudetto del 2000. L’ex attaccante è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione “I Laziali Sono Qua”, condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva. “Penna Bianca” ha fatto il punto sul momento-Lazio, partendo dai discussi infortuni di Lucas Biglia e Marco Parolo in Nazionale.

Conte deve cercare di allestire una squadra importante,” spiega Ravanelli, “e credo che i ct siano costretti a sottostare a regole ferree rispetto ai club, che impediscono anche di lavorare come si vorrebbe. Non ci sono soluzioni semplici visto che rappresentare il proprio paese per un giocatore è un qualcosa di unico. L’unica cautela può essere rappresentata dalle assicurazioni che i club possono stipulare.”

Sul momento biancoceleste Ravanelli ha le idee chiare: “La Lazio non è partita benissimo ma ha dei margini di miglioramento enormi. Ha tutte le carte in regola per ripetere il campionato dello scorso anno, ma recuperare gli infortunati sarà la condizione per riuscire a fare un ottimo torneo anche quest’anno. Pioli è un allenatore che sa lavorare e anche il mercato della Lazio alla fine mi è sembrato mirato. Secondo me la Lazio ha tutto per far bene anche in Europa League, ma per essere veramente grande e se Lotito avesse la possibilità prenderei un grande attaccante e un difensore che possa essere un leader. Con questi due elementi il salto di qualità per i biancocelesti sarebbe definitivo, e la Lazio potrebbe essere una seria candidata allo scudetto.

La Lazio è comunque a tre punti dal primo posto e ora è attesa dall’impegno di Reggio Emilia. “La Lazio ha tutto per battere il Sassuolo,” evidenzia Ravanelli, “anche se la sosta può aver fatto sicuramente più comodo agli emiliani. La Lazio ha la qualità per poter vincere, gli scivoloni contro Chievo e Napoli sono stati metabolizzati e non mi sorprenderebbe vedere la squadra di Pioli in lotta per le prime due posizioni. Il giocatore che spicca nella rosa biancoceleste è senza dubbio Felipe Anderson, ma personalmente non riesco a vedere Keita in panchina. E’ un giocatore determinante, che sa creare la superiorità numerica e contro Bayer Leverkusen e Frosinone ha dimostrato di saper spaccare la partita. Deve assolutamente giocare a prescindere da quale sia il modulo utilizzato dalla squadra.

Da ex attaccante, Klose e Matri possono secondo Ravanelli essere l’arma segreta della Lazio alla ripresa? “Klose può essere fondamentale in determinate partite, anche e soprattutto per il contributo che riesce ad apportare nella fase difensiva. Le doti da fuoriclasse in lui si combinano con un’esperienza fuori dal comune. Matri si sta sicuramente ambientando bene, e le tante esperienze in giro per l’Italia forse gli hanno tolto un po’ di condizione. Alla Lazio può ritrovare stabilità e continuità, è un’ottima occasione anche per la sua carriera.

Ravanelli è anche un ex della Juventus, la maggiore delusione di questo avvio di campionato. “Non si può sempre vincere, la formazione bianconera ha cambiato tanto e ci vuole pazienza. In Champions League battendo Manchester City e Siviglia ha dimostrato di esserci ancora, alcuni episodi hanno remato contro la squadra di Allegri, ma dopo quattro scudetti consecutivi non si può criticare una società come la Juventus, che ha dimostrato di essere brava a gestire anche gli eventuali insuccessi. Una qualità che farebbe comodo anche in un ambiente come quello di Roma dove spesso si recrimina con mentalità da perdenti: il vincente non si aggrappa ad alibi, quando le cose vanno male capisce dove si è sbagliato e riparte.

Il calendario di Serie A propone due incroci di lusso alla ripresa. “Inter-Juventus,” spiega Ravanelli, “può essere l’occasione per i bianconeri per riagganciare il treno di testa, e forse l’Inter in questo momento ha più da perdere rispetto alla Juventus. Napoli-Fiorentina potrebbe lanciare definitivamente in orbita i violi: conosco Paulo Sousa e lo ricordo come leader in campo, e sta dimostrando di esserlo anche fuori. Non credo però che la Fiorentina possa davvero vincere lo scudetto e anche a Napoli la vedo dura, visto che nelle ultime partite i partenopei hanno prodotto uno standard di gioco di livello assoluto. Con una difesa di livello la squadra di Sarri sarebbe la favorita numero uno per lo scudetto.

Fabio Belli

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