Quella di oggi non è una data come le altre per tutto il popolo biancoceleste, in questo giorno 93 anni fa nasceva “Il Maestro” Tommaso Maestrelli. Tanti cuori sono legati a questo meraviglioso Mito della storia laziale tra questi c’è anche quello di Felice Pulici, portiere della squadra che fu portata proprio dal grande Maestrelli alla vittoria del primo storico scudetto del ’74. L’ex portiere biancoceleste è intervenuto ai microfoni di RadioSei per ricordare con tanta commozione colui che è stato una delle persone più importanti della sua vita nel giorno della sua nascita prima di tornare ai giorni nostri:
Qualche tempo fa ho ritrovato la maglia di Lazio-Foggia di 41 anni fa. Oggi l’ho indossata quasi d’istinto per confrontarla con una foto del passato dove abbraccio il ‘Maestro’. Il segno della calce delle linee del campo che avevo quel giorno ce l’ho tutt’ora, ed è ormai indelebile nonostante l’avessi lavata più volte. In quella foto Maestrelli aveva quella giacca quadrettata che ha portato tutto l’anno. Soltanto dopo ho realizzato di averla indossata proprio nel giorno del suo compleanno”.
LA LAZIO DI OGGI – “Dopo le critiche iniziali, alcune delle quali le sottoscrivo, devo dire che vedo una squadra molto più brillante, quasi simile a quella della scorsa stagione. Mi sembra più padrona del campo”.
LE DICHIARAZIONI DI PAROLO – “Ha cercato di giustificare i passi falsi fatti in estate. Lo dissi in tempi non sospetti, la coppa ‘di latta’ (in riferimento alla Supercoppa Italiana di Shanghai, ndr) conta poco con tutto il rispetto. Bisognava lavorare in funzione del preliminare di Champions, mentalmente e fisicamente, con la volontà totale di centrare quell’obiettivo. La Lazio ha subito difficoltà perché la squadra non era pronta. Anche in casa ad esempio il Bayer ha meritato di vincere, dimostrandosi pronto a superare il preliminare. L’accesso in Champions ti avrebbe consentito di ottenere 30 milioni più l’incasso casalingo delle singole gare. Questo è stato il vero errore”.
LE DIFFICOLTA’ DI CATALDI – “Spesso lo si paragona a Biglia, che è un vicecampione del mondo ed ha già una certa esperienza. Cataldi può ancora migliorare e non escludo che un giorno possa giocare anche nel ruolo dell’argentino. È questione di fiducia, ma resta un patrimonio del club. La fase di crescita, nel periodo post-iniziale, può essere difficile. Vicino giocatori bravi però si impara molto”.
UN GIUDIZIO SU BERISHA – “Se fai tre parate bellissime e poi resti a metà strada in un’uscita vanifichi quanto di buono fatto prima. Non doveva farsi trovare a metà strada su quel calcio d’angolo. Con un po’ più di sfortuna quella palla sarebbe entrata ed arrivederci e grazie. È vero a me dicevano che non uscivo mai, ma dovevi farmi un gol incredibile per potermi battere (ride, ndr). Berisha ha una struttura fisica importante e sicuramente non può farsi cogliere impreparato sulle palle alte”.