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Pin a ILSQ: “Nell’87 vivemmo una favola. Fascetti? Per difendere i suoi giocatori sfidava il mondo”

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Ha giocato nella Lazio per 6 stagioni collezionando 225 presenze complessive e indossando anche la fascia da capitano. Parliamo di Gabriele Pin, che con la maglia biancoceleste ne ha vissute tante, dalla Lazio dei meno nove all’ultima del presidente Calleri. Intervistato da I Laziali Sono Qua sugli 88.100 di Elle Radio,  Pin ha parlato della squadra di Pioli: “Il centrocampo biancoceleste quando è al completo è tra i più forti in Italia perché ha un mix di giocatori diversi: Biglia è un metronomo eccezionale di livello internazionale con caratteristiche uniche; Parolo può fare tutti i ruoli del centrocampo e ha un ottimo tiro e capacità di inserimento, qualità difficili da trovare. E’ un centrocampista completo; Cataldi è giovane interessante. Finora è stato adattato per emergenza ma sicuramente un allenatore bravo come Pioli gli troverà la giusta collocazione e lo allenerà in quel ruolo con continuità.  Questi sono i 3 centrocampisti più forti, sono giocatori imprescindibili. Anche Onazi è una buonissima alternativa. Mauri? Lo considero un giocatore offensivo che, come Parolo, ha la capacità di inserimento in area. In emergenza può fare il regista perché è un giocatore intelligente, però ha le qualità del centrocampista offensivo”.

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L’ex centrocampista biancoceleste analizza la condizione fisica di Candreva e compagni: “I preliminari di Champions sono un handicap a livello fisico, anche perché i giocatori hanno pure gli impegni in nazionale. Quando tornerà in condizione sarà di nuovo un giocatore importante. Falsa partenza della Lazio dovuta alla Supercoppa e al preliminare di Champions? E’ incredibile che i vertici del nostro calcio organizzino la Supercoppa italiana dall’altra parte del mondo per poi lamentarsi che le squadre italiane non passano i preliminari”.

Un tutto nel passato con la Lazio dei “meno 9“: “Mi ha fatto piacere l’intervista di Acerbis, perché è giusto far conoscere il personaggio. Lui è una delle poche persone coerenti del calcio. Dopo le visite mediche alla Lazio disse ai giornalisti che non avrebbe più parlato e per 30 anni non ha rilasciato interviste. Quell’anno si creò un’alchimia tra giocatori, società e tifosi e si creò una favola”. Non può mancare un riferimento al grande Eugenio Fascetti: “E’ stato fuori dal campo l’artefice principale di quella salvezza perché ha dato motivazioni a noi giocatori. E’ una persona sincera e andava sostenuta. Io ho lavorato con altri allenatori, ma come Fascetti non ne ho trovati. Il mister è unico, una persona per bene, diretta, pareva burbero ma era solo una maschera per difendere la squadra: lui per i suoi giocatori andava contro il mondo intero e per questo lo apprezzavamo tanto”.

Una breve analisi sulla sorprendente Fiorentina di Sousa: “Non me l’aspettavo che in poco tempo diventasse una squadra vera. Mi intrigava la campagna acquisti, i singoli. Paulo Sousa già ai tempi del Basilea si capiva che era un buon allenatore, è stato bravo a dare un’organizzazione. La sua Fiorentina rispetto a quella di Montella ha più profondità, è più veloce e molto prestante. E’ una squadra moderna. Se la coppa non darà troppo fastidio farà un campionato importante”.

La Lazio è comunque a tre punti dai viola (prima in classifica) grazie anche al suo mister: “Pioli è una persona straordinaria. E’ difficile ridare entusiasmo a una piazza come la Lazio, ha fatto ottimi acquisti, ottimo gioco, l’allenatore ha ottime conoscenze ed è cresciuto molto a livello caratteriale grazie alla gavetta, era giusto che si confrontasse in una piazza importante. Quest’anno è stato condizionato dai preliminari e dagli infortuni, tuttavia la Lazio ha un’ottima posizione di classifica e può migliorare. L’ossatura è rimasta la stessa e quindi prevedo che possa crescere a livello esponenziale. L’Europa League è molto faticosa perché ti costringe a viaggiare e a tornare a notte fonda”.

Le milanesi e il vantaggio di non dover disputare le coppe: “L’Inter è una squadra può approfittare dell’assenza di coppe, il Milan è partito male ed evidentemente ci sono altri problemi. Giocare in Europa può togliere molte energie, però se hai alternative valide e vai avanti ti dà stima e prestigio. Più vai avanti più cresce l’adrenalina e può essere un vantaggio. I gironi sono molto faticosi anche perché le squadre non sono in condizione e i viaggi pesano, però successivamente il cammino europeo può dare solo entusiasmo”. Chiude con un dolce messaggio ai tifosi:Un abbraccio a tutti i laziali, la Lazio è stato un capitolo di vita indimenticabile, mio figlio è nato a Roma”.

Fabrizio Piepoli

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