In vista di Sassuolo-Lazio di domenica pomeriggio, ai microfoni de ‘lalaziosiamonoi’ ha parlato Florian Myrtaj, ex attaccante albanese che vanta una lunghissima esperienza in serie A, iniziata proprio tra le fila dei neroverdi. Nella lunga intervista vengono toccati vari argomenti, a partire dallo storico accesso ai prossimi Europei della Nazionale di De Biasi (in cui Myrtaj ha militato tra il 2002 e il 2006): “È stato un risultato fantastico e insperato nelle previsioni. Fino a qualche mese fa nessuno se l’aspettava, poi le cose hanno preso a mettersi bene e abbiamo cominciato a sperarci. Che nell’impresa la mano di un tecnico italiano abbia avuto un ruolo fondamentale è un dato di fatto: l’Italia ha sempre sfornato grandissimi allenatori e a noi ne serviva uno che compattasse il gruppo e cercasse nuovi giocatori in Europa. De Biasi in questo è stato bravissimo: tre anni fa ha iniziato un percorso, arrivando a compiere quest’impresa straordinaria. Speriamo che in Francia l’Albania possa fare qualche bella figura, ne ha la possibilità. D’altronde, raggiungendo la qualificazione dopo tanti anni, per noi ha già vinto. Se poi le dovesse capitare nel girone qualche squadra non troppo blasonata e riuscisse a fare qualche punto, sarebbe un ulteriore successo. Nel ranking è migliorata molto e sono certo che non si fermerà“.
Sulla possibilità poi di vedere Tare a capo della Federcalcio albanese o addirittura sulla panchina della Nazionale dopo De Biasi: “Non credo che Igli voglia fare l’allenatore. Per il ruolo di presidente della Federcalcio, invece, è normale che venga indicato tra i papabili, visto che, tra tutti i ragazzi albanesi che sono all’estero, è quello che ricopre il ruolo dirigenziale più importante. Non penso a breve, ma credo che succederà: ho sentito che è un suo desiderio, quindi tra 5 o 10 anni, chissà… Da attaccante ha fatto un’ottima carriera, avendo giocato tanti anni in serie A. Ci ho giocato insieme, aveva grande temperamento e personalità. Una punta centrale vecchia maniera, che magari non segnava tanti goal ma che trascinava tutti in campo e nello spogliatoio. Anche da dirigente è partito da zero e si sta comportando benissimo. Sul mercato è riuscito a prendere giocatori importanti come Biglia e De Vrij prima che disputassero dei grandi mondiali e non è facile“.
Una battuta inoltre sull’altro connazionale in biancoceleste Berisha: “Lo conosco solo di vista, non ho potuto giocarci insieme perché quando lui esordì io avevo già smesso con la Nazionale. Mi sembra che abbia fatto bene quando la Lazio l’ha chiamato in causa: i biancocelesti sono una squadra importante, giocano tre competizioni e hanno bisogno di portieri forti. Al momento è chiuso da Marchetti, ma durante l’anno le sue partite le fa sempre“.
Sulla sfida di domenica al Sassuolo: “Sinceramente non mi aspettavo i neroverdi così in ascesa. La città è famosa più per la ceramica che per il calcio, ma ha la fortuna di avere alle spalle una società importante, che è migliorata di anno in anno e si è consolidata in serie A, sia economicamente che come strutture. 20 anni fa, quando ci giocavo io, nessuno pensava a un simile salto, ma direi che lo ha meritato pienamente. Che partita mi aspetto? L’anno scorso ero allo stadio e la Lazio vinse 3-0 , giocando una gran partita. Mi aspetto una bella gara, aperta: d’altronde il Sassuolo gioca al calcio, non si difende e basta. Al netto dei problemi fisici, l’attaccante titolare della Lazio al momento è Matri. In realtà mi piace molto Djordjevic, ma gli infortuni non mi hanno ancora permesso di vederlo per come lo conoscevo. È arrivato all’ombra di Klose, un campione del mondo che ha segnato tanto e a cui quindi non era facile rubare il posto, nonostante non fosse più in giovane età, ma lui ci era riuscito“.
Infine, qualche ‘consiglio per gli acquisti made in Albania’: “In Nazionale ci sono alcuni giocatori interessanti che vedrei bene in serie A. Ad esempio, Memushaj (capitano del Pescara ndr), che conosce il calcio italiano e potrebbe meritare una chance. Non è giovanissimo, ma può inserirsi più semplicemente. Altri nomi potrò darli in prossimità degli Europei, quando li vedrò in partite più importanti: ricordiamoci che il calcio albanese sta venendo fuori, ma è ancora molto indietro“.