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Mitra-Matri: qualcosa in più di un vice-Klose?

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Alessandro Matri è arrivato alla Lazio l’ultimo giorno di mercato, colpo lastsecond per sopperire all’assenza prolungata di Filip Djordjevic e a quella improvvisa di Miroslav Klose, infortunatosi nell’andata del preliminare di Champions League contro il Bayer Leverkusen. E’ arrivato in punta di piedi, senza proclami altisonanti o propositi fuori portata (come si vede fare sempre più spesso nel mondo del calcio…), garantendo però da subito il massimo impegno e dedizione estrema alla causa laziale. La condizione era precaria, d’altronde è difficile allenarsi un’intera estate con la consapevolezza che la tua squadra, il Milan, non ti ritiene parte del proprio progetto tecnico. 13 giorni, il tempo di recuperare una buona forma fisica, e Stefano Pioli lo getta nella mischia per la prima volta in Lazio-Udinese, minuto 55. In 20 minuti Mitra-Matri svolge appieno quello che è il suo compito principale: fare gol. Doppietta e Udinese battuta per 2-0. Titolare nella sfida successiva di Europa League in trasferta contro il Dnipro, sfodera una buona prestazione, nonostante qualche occasione di troppo sprecata, a causa probabilmente della difficoltà di giocare due sfide ravvicinate con una condizione non ancora al top. Dopo la pesante sconfitta di Napoli, in cui è subentrato solo nei minuti finali, uno stop di natura muscolare lo costringe ai box per un paio di settimane. Il rientro è graduale: pochi minuti contro il Saint Etienne, solo panchina nella vittoria interna contro il Frosinone e ancora uno scampolo di partita nella deludente trasferta di Sassuolo. Fino ad arrivare a ieri sera, Lazio-Rosenborg, terzo turno del girone di Europa League. Pioli schiera l’attaccante lombardo come unica punta, supportato da Candreva, Felipe Anderson ed il rientrante Mauri. Dopo 10 minuti la squadra è in 10 e in difficoltà e chi conosce un po’ il calcio sa bene quanto sia difficile giocare da unica punta in una squadra in inferiorotà numerica per 80 minuti. Nessun problema. Matri lotta, sgomita, corre, tiene palla, fa salire la squadrasegna e fa segnare. Egoista come una vera punta quando c’è da segnare, altruista e decisivo quando premia gli inserimenti dei compagni, come nel caso dei gol di Felipe Anderson o del rigore procurato da Radu.

Da vice-Klose e acquisto last-second a certezza assoluta il passo è stato breve; Pioli e i laziali possono dormire sonni tranquilli: se ci sarà bisogno di scendere in trincea potranno sempre contare sul Mitra-Matri.

Giulio Piras

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