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Il Pres. Buccioni: “La Polisportiva è il nostro orgoglio. Sogno di realizzare il museo della Lazio”

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Il Presidente della Polisportiva Lazio Antonio Buccioni è intervenuto alla trasmissione Il Nido delle Aquile trasmessa su Radio Roma Futura:
“Noi abbiamo profonda riverenza e rispetto nei confronti di quei 9 ragazzi che hanno avuto questa idea nel 1900, loro hanno seminato e noi cerchiamo di raccogliere…un raccolto di 10.000 ragazzi e ragazze (dietro il quale ci sono altrettante famiglie più la tifoseria che è fondamentalmente tifosa della sezione calcio ma che comunque vede con grande simpatia tutte le altre espressioni sportive della nostra organizzazione) che rappresentano una responsabilità e naturalmente un orgoglio di cui essere fieri.

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IL RAPPORTO CON LA LAZIO CALCIO – “Faccio una similitudine riferendomi alla famiglia e questo riguarda anche chi di volta in volta presiede la Lazio calcio: in questa grande famiglia la il calcio rappresenta un figlio che è diventato il Presidente degli Stati Uniti quindi mantiene sì i rapporti con il resto della famiglia…magari partecipa al pranzo di natale…ma è chiaro poi che le esigenze sono talmente diverse, che finito il pranzo va alla casa bianca a reggere il mondo mentre i fratelli molto dignitosamente vanno a fare gli impiegati, gli operai ecc…questa è un po’ la fotografia della situazione. Ormai nel mondo in linea generale e in Italia in maniera assolutamente intollerabile si è creata e si sta ulteriormente dilatando la distanza tra calcio professionistico e tutto il resto del movimento sportivo e questo non è emblema di una civiltà socio-culturalmente avanzata. La Lazio da questo punto di vista è sempre stata storicamente una risposta importante a questo progressivo affermarsi del calcio, che è uno sport meraviglioso, ma certamente la dimensione socio-culturale del fenomeno, in Italia in particolare, si è assestata in termini molto poco accettabili. Ci si scopre sportivi a 360° 15 giorni ogni 4 anni in occasione dei giochi olimpici e poi si torna nel medioevo. Bisogna attenuare il gap.
Riassumendo: ci rendiamo conto che oggi le esigenze sono diverse tra una Società professionistica quotata in borsa e quelle che restano (nella stragrandissima maggioranza dei casi) delle Associazioni Sportive Dilettantistiche
.”

IL MUSEO DELLA LAZIO –E’ un obiettivo imprescindibile oggi più che mai, non solo l’esposizione ma tutto quello che ne deriva negli spazi museali più all’avanguardia: si deve vedere, comprare e interagire. Il buono è che non passa giorno senza che il museo si arricchisca di materiale più disparato, il problema di fondo è la mancanza di risorse. Forse in epoche non lontanissime, nei quali tanto il Paese quanto la Regione e il Comune avevano un esistenza meno disagiata…lì si doveva intervenire per permetterci di realizzare in modo sinergico una struttura del genere che a mio modesto avviso, da una parte non sarebbe poca cosa nei confronti dei più importanti musei di club sportivi del mondo, e dall’altra, anche nel panorama delle offerte museali della città sicuramente sarebbe frequentata in maniera considerevole.

LA DISCIPLINA PREFERITA – “Io amo la Lazio…non è una risposta di circostanza, la Lazio va amata tutta e senza predilezioni. Avendo presieduto per 8 anni il Circolo Canottieri Lazio io sono molto vicino ai canottieri biancocelesti, sarebbe stupido non riconoscere questo perché sono stato da Presidente, ma anche dopo, molto vicino a loro, in quegli anni conquistammo 40 titoli italiani, di cui i primi 2 assoluti maschili della storia del circolo, mandammo alle olimpiadi di Atene 2004 Gabriella Bascelli (da poco diventata mamma di 2 gemelle), e ancora a Pechino nel 2008 Gabriella riuscì a qualificarsi…quindi Tutta la Lazio ma i Canottieri che ho presieduto personalmente per 8 anni sono nel mio cuore e diciamo che forse nella storia della Lazio l’elemento dell’acqua prevale sull’elemento della terra, ma questo solo per dire che in acqua si è vinto più che a terra.”

IL MOVIMENTO DELLA POLISPORTIVA LAZIO Il movimento è in espansione.. per carità con qualche limitatissima rinuncia, ma non passa mese che qualcuno non bussa alla porta della società per chiedere l’ammissione, e sia ben chiaro io non incoraggio le società che fanno domanda a diventare Lazio, nel senso che le avverto che entrando nella nostra famiglia non solo non avranno vantaggi economici diretti ma anzi dovranno pagare una quota associativa sia pure simbolica, ma comunque il rapporto è di associato ad associazione, ostentando la loro lazialità in più di un ambiente potranno anche andare in contro a freddezza se non ostilità e non avranno sopratutto benefici materiali…sicuramente si renderanno compartecipi di quella che io chiamo la storia più bella che è stata scritta in questa città dal 9 gennaio 1900. Nonostante questo tipo di avvertenze il movimento si espande: nell’ultimo consiglio generale a fine luglio abbiamo ammesso una società di Tiro al volo che dovrebbe gravitare con il proprio impianto dalle parti di Fiumicino, abbiamo accolto una sezione di Automobilismo e in particolare di auto d’epoca e poi è stata fatta e accolta una domanda di una disciplina che si chiama Unihockey Floorball che è una variante dell’Hockey su ghiaccio, però si gioca sul parquet, quindi il movimento, incredibilmente ha una sorta di fascino, non riesco a trovare una parola diversa per spiegare perché continuano a bussare alla nostra porta. Io cerco di realizzare il più compiutamente possibile l’intento dei fondatori, loro erano 9 e avevano 2 discipline cioè il podismo (atletica leggera) e il nuoto sul tevere…hanno seminato… e oggi ci sono circa 70 discipline che costituiscono il raccolto di quella semina…”

Auguro alla Lazio di esserci fino alla fine del mondo, questo è ciò che spero per questa amatissima espressione dello sport ma anche della cultura e dell’educazione civile e morale di questa città”.

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