È stato tra i primi acquisti dell’era Lotito e, in 80 presenze, ha sempre messo al servizio della Lazio la sua grande personalità e il suo spirito da combattente. Un amore quello per il club biancoceleste che in Gaby Mudingayi non è mai venuto meno e che traspare in tutta la sua pienezza quando ricorda il suo arrivo nella Capitale: “All’epoca mi avvertirono che i tifosi erano razzisti. Invece proprio loro mi fecero sentire a casa quando arrivai in ritiro a Fiuggi un po’ spaesato e mi hanno sempre sostenuto, dedicandomi perfino un coro tutto per me. Prima di arrivare alla Lazio non avevo una squadra del cuore, ma grazie alla città e ai tifosi mi sono innamorato di questi colori. Tant’e che ogni volta che tornavo all’Olimpico da avversario era sempre un’emozione“. Adesso c’è la sosta per le Nazionali, che l’ex centrocampista belga congolese non vede molto di buon occhio: “Quando sei lanciato, è sempre meglio proseguire per allungare la striscia positiva. Anche se una sosta può concedere un po’ di respiro, specie a chi non va in Nazionale“. Da vero combattente, Mudingayi sprona poi la Lazio a non porsi limiti: “I giocatori devono puntare sempre al massimo, scendere in campo per vincerle tutte. Anche lo scorso anno non sono partiti alla grande, per cui bisogna dare loro un po’ di tempo. Secondo me Pioli è un grande allenatore, ha tanti giocatori importanti e li sta facendo crescere molto bene. Ora che la squadra sta trovando la miglior forma i risultati si vedono“. Infine sull’impegno in Europa League: “Quando lo affronti devi allenarti diversamente, perché si gioca ogni tre giorni e tra lavoro di scarico e rifinitura non c’è troppo tempo per mettere benzina nelle gambe. Il girone non è semplice, ma la squadra si sta impegnando molto“.
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