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Fascetti a “I Laziali Sono Qua”: “Adesso Pioli sa che il gruppo è con lui”

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Ci sono uomini destinati a lasciare un segno indelebile nella storia di un club, anche con un passaggio breve. E’ l’intensità di un’esperienza a fare la differenza, e nelle due stagioni sulla panchina della Lazio, Eugenio Fascetti ha scritto la storia a caratteri di fuoco nel grande libro biancoceleste. Prima l’impresa del leggendario anno del “-9”, evitando agli spareggi, recuperando da una penalizzazione quasi impossibile, la retrocessione in C che avrebbe probabilmente segnato la fine della società. Quindi, l’anno successivo, il ritorno in Serie A, l’inizio di una nuova storia per la Lazio che diventerà principessa del calcio internazionale dopo anni di delusioni e sofferenze. Le radici dei successi futuri furono impiantate da quella squadra: il tecnico toscano è rimasto dunque legato a vita alle vicende biancocelesti, e nella trasmissione di riferimento per i tifosi dell’aquila, “I Laziali Sono Qua” condotta sugli 88.100 di Elle Radio da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva, è intervenuto per parlare del momento biancoceleste, approfittando della sosta del campionato per l’attività delle Nazionali per fare il punto sulla banda-Pioli.

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Pioli ha dovuto affrontare pesantissime critiche nella fase iniziale di questa stagione. Ai suoi tempi, anche Fascetti è dovuto passare attraverso questo fuoco incrociato, ma la sua squadra ha sempre saputo reagire come ha fatto la Lazio attuale. “Le batoste subite non ci stavano sulla carta, hanno sorpreso tutti, ma la reazione della squadra è stata encomiabile. Personalmente non conosco Pioli, ma devo dire da osservatore che ha dimostrato di essere, oltre che un buon allenatore, anche una persona caratterialmente molto forte, perché sopravvivere a queste guerre mediatiche a Roma non è affatto facile. E’ evidente che il gruppo è con lui, perché altrimenti avrebbero avuto l’occasione di farlo fuori.

Sui giovani: “La Lazio è piena di talenti di grande avvenire, ma al momento ha una necessità prioritaria: un rinforzo in difesa, magari da reperire già nel mercato di gennaio. Il solo De Vrij come centrale di livello mi sembra poco, un innesto garantirebbe anche in caso di infortuni.

La realtà del campionato è sotto gli occhi di tutti: grande equilibrio ed incertezza. Fascetti sottolinea: “Attenzione a dare per morta la Juventus: se i bianconeri dovessero vincere a Milano, e non la vedo come una cosa impossibile perché a me personalmente l’Inter non piace, li considererei di nuovo in lizza per lo scudetto. Napoli e Fiorentina sono brillanti, ma non so se hanno l’organico e l’esperienza per arrivare fino in fondo per puntare al bersaglio grosso. Anche la Lazio potrebbe inserirsi ma è ancora presto per qualsiasi valutazione: anche in Europa League bisognerà attendere la seconda fase e sapere quali saranno le otto squadre che scenderanno dalla Champions, per capire dove i biancocelesti potranno arrivare. La squadra che mi ha impressionato di più in questo avvio di stagione è stata comunque il Sassuolo: ha un tecnico giovane e un gioco definito, una squadra che è un piacere vedere giocare al calcio.

Uno sguardo sui singoli del gruppo biancoceleste: Felipe Anderson può vivere l’anno della sua consacrazione: sarebbe incredibile vederlo fallire la stagione dopo quanto espresso nella passata stagione, ha tutto per diventare un fuoriclasse assoluto. Lucas Biglia guai a perderlo: è un giocatore determinante, con caratteristiche uniche che sarebbe molto difficile individuare in un sostituto. Io insisterei anche su Keita: va lasciato maturare tranquillamente, alla sua età è normale avere un po’ di alti e bassi, ma quando entra in campo mette in mostra numeri importantissimi.

Oltre a quella della Lazio, Fascetti è legatissimo anche alla piazza di Bari, dove lanciò il talento di Antonio Cassano. “Come movenze – spiega il tecnico toscano – vedo più simile a Cassano Felipe Anderson piuttosto che Keita. Come testa non conosco i giocatori laziali, ma tecnicamente la similitudine mi pare evidente.

Fabio Belli

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