Ride, de Vrij, che Marloes ha fatto gli gnocchi: «Li ho scoperti per la prima volta in Italia e adesso la mia fidanzata me li cucina ogni sera. Non posso più farne a meno». Eppure non ha messo su un etto in questo mese lontano dal campo: «Mi manca tanto, sto lavorando sodo, spero di farcela col Sassuolo». Fermo dal 6 settembre per un maledetto crac al ginocchio. Qualche anno fa era stato operato al menisco, divorava libri sul letto d’ospedale: «Proprio perché nel calcio la tua carriera – spiega Stefan a Il Messaggero – può finire da un momento all’altro, i miei genitori mi sostenevano ma volevano finissi gli studi». De Vrij si occupa d’economia e commercio, fa l’analisi di se stesso e degli avversari sul computer. Prima d’andare a letto, infine, prega: «Ogni sera leggo versi della Bibbia». E’ un atleta di Cristo, lontano dalle tentazioni: «Non bevo e non fumo, curo maniacalmente la mia prevenzione. Devo dormire 10 ore a notte». Eppure ha un «vizio capitale»: Stefan s’era innamorato di Roma in una gita con gli amici e la compagna, prima di sapere di sbarcare a Formello: «Infatti ho smesso subito d’utilizzare il navigatore». La Lazio insomma era nel suo destino, lui un gladiatore di felicità a un passo dal Colosseo. Forse per questo non ha alcuna intenzione di combattere altrove: «Mi accostano di continuo al Manchester United perché c’è Van Gaal. Ma io voglio vincere alla Lazio». E’ olandese, ma sembra tedesco. E’ pignolo come il “maestro” Klose: «Non ho mai avuto molto tempo libero. Ho sempre messo il calcio e la mia formazione davanti al divertimento e alle mie relazioni sociali. Già a 5 anni il mio miglior amico era il pallone». A 10 anni il Feyenoord scovò questo talento nel VV Spirit, “squadretta” della sua città. Quindi il trasloco a Rotterdam e l’inizio degli studi nella scuola che fu di Van Persie, allora già maggiorenne. Stefan alunno modello al Thorbecke Lyceum, tutti sette in pagella: «Pretendevo voti alti, ho una mentalità sportiva. Ho tanta forza di volontà. La mattina m’allenavo e il pomeriggio seguivo i corsi, più altre lezioni private. Mai stato più di 5 ore a casa». Responsabile, saggio, imprenditore della sua vita. Così Stefan a 17 anni acciuffava il debutto da professionista in Coppa d’Olanda contro l’Harkemase Boys, con Mario Been in panchina. La stagione successiva (il 6 dicembre) l’esordio in Eredivisie, nel 2012 già la fascia da capitano. L’aveva già tatuata sul bicipite: «Mi hanno sempre detto che so dare serenità ai compagni». De Vrij è nato leader a centrocampo, s’è confermato da terzino destro, è esploso da centrale. Miglior difensore dell’ultimo mondiale e dell’ultima stagione in Serie A. Tremate, de Vrij sta tornando.
Come va, Stefan?
«Sto migliorando e recuperando, la prossima settimana voglio rientrare in gruppo e spero di farcela già per il Sassuolo»
Che è successo in Nazionale?
«Ero arrivato in Olanda senza alcun problema. Ero partito da Roma in forma, ma avevo tuttavia già giocato quattro partite in due settimane. Forse ero un po’ stanco, perché nel precampionato non avevo disputato nemmeno un’amichevole. Con l’Islanda non avevo avvertito alcun fastidio per 90 minuti. Dopo la partita però c’era un versamento. Il giorno dopo era andato via il gonfiore e i medici mi avevano dato l’ok, perché non c’era nulla di preoccupante. Alla vigilia del match con la Turchia era andato bene il provino…»
Alla fine del primo tempo De Vrij chiedeva il cambio e iniziava il calvario
«Ho tanta voglia di tornare, quando vado allo stadio a guardare le partite, vorrei sempre stare in campo ed aiutare la squadra»
La Lazio pian piano si è comunque rialzata
«Siamo tornati forti, abbiamo avuto un inizio un po’ difficile, ma stiamo risalendo in classifica alla grande. I risultati stanno migliorando, siamo già terzi, ma possiamo crescere ancora tanto».
Cosa non ha funzionato a inizio stagione?
«Ci sono tanti problemi individuali e di squadra. Nel precampionato già le cose non andavano bene e siamo quindi arrivati male al primo appuntamento contro una big forte come la Juve».
Sfumata la Supercoppa, ma anche la Champions
«Il preliminare è stato un colpo duro da digerire. Avevamo lavorato tutto l’anno scorso per centrarlo e uscire subito ci ha dato una profonda delusione. Il Leverkusen però era più forte, aveva anche più esperienza. Gioca ogni anno in Europa. Mio errore? Tutti sbagliamo, c’è stato un errore d’incompresione con Berisha»
I laziali non vedono l’ora di vedere una coppia olandese al centro
«Non ho ancora giocato con Hoedt, ma lui sta già imparando tanto. Prima che venisse, gli avevo spiegato un po’ di segreti del campionato italiano, lui apprende facilmente. Con chi preferisco giocare? Wesley, Gentiletti, Mauricio, sono tutti forti. Non importa chi c’è in campo, contano i movimenti e sapere sempre cosa fare. Siamo una squadra».
Creata a immagine e somiglianza di Pioli
«Il mister è molto importante per come parla, con energia ed entusiasmo.Un papà o un maestro? Sa essere un capo, ma poi scherzare e ridere con tutti» Lui dice di voler alzare un trofeo «Anch’io voglio vincere qualcosa qui. Abbiamo avuto due opportunità, non le abbiamo sfruttate, ma ora siamo più forti dell’anno scorso. Non pronuncio la parola scudetto, ma è rimasto chi già si conosceva bene e la rosa è stata rinforzata»
E’ arrivato anche il connazionale Kishna
«Ricardo ha tanta qualità, dribbling e buon cross. E’ molto giovane, ma anche molto forte. E’ unico, potrebbe assomigliare a Dybala, ma è diverso fisicamente».
A proposito, chi è l’attaccante più difficile da marcare in Serie A?
«Tevez l’anno scorso, ma anche Higuain» Dzeko lo affronterà il prossimo 8 novembre «Ho capito che il derby è una partita fondamentale. Tutti i tifosi non parlano d’altro. E’ presto perché mancano ancora diverse gare, ma io non vedo l’ora di rigiocarlo. Meritavamo di più all’andata l’anno scorso e io fui costretto a uscire anzitempo…».
Prima della stracittadina di ritorno era invece svanita la Coppa Italia
«Vorrei rigiocare anche quella finale con la Juve, non l’ho mandata giù». E in futuro: finale champions o mondiale? «E’ una scelta difficile, l’importante è arrivarci a quel livello» Non col Manchester United «Tutti noi olandesi ormai veniamo accostati continuamente a Van Gaal, ma non c’è mai stato nulla. Io voglio vincere con la Lazio» E con la Nazionale Orange «Non stiamo facendo bene, ma dobbiamo guardare con fiducia al futuro».