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Corsi (Trio Medusa): “Ecco perché firmare la petizione per lo scudetto 1915 è un dovere”

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Lo vediamo, insieme ai compagni Giorgio e Furio, animare (e qualche volta sconvolgere) le giornate degli italiani tramite tv e radio. Gabriele Corsi, uno dei due tifosi laziali del ‘Trio Medusa’ (l’altro è Furio, mentre Giorgio è romanista), ha parlato ai microfoni de ‘lalaziosiamonoi’, soffermandosi, tra le altre cose, anche sulla petizione per assegnare ai biancocelesti lo scudetto 1914-15.

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La mia passione nasce per via della mia famiglia, tutta laziale. Mio nonno in particolare, che è romano da sette generazioni e per il quale essere laziale è una cosa normale. Tempo fa ero un gran tifoso, andavo spessissimo allo stadio, poi per gli impegni di lavoro ho dovuto smettere. Ma non di seguire la squadra, perché nella vita si cambia tutto, tranne la fede calcistica“.

La Lazio attuale, andando in onda con ‘Le Iene’ di domenica e in diretta’, l’ho vista molto poco, buttando ogni tanto un occhio al monitor ma nulla di più. Più che altro, ho visto qualche partita di coppa e non mi è dispiaciuta. Pioli mi piace molto per il suo essere posato, invece non mi entusiasma la difesa, a volte balliamo davvero troppo. Giocatori simbolo? Uno è Klose, mi fa impazzire per la sua posatezza e professionalità. Poi c’è Felipe Anderson, anche se il mio idolo assoluto, quello che ho amato di più è Bruno Giordano.

La storia dello scudetto 1914-15? L’ho scoperta da poco e la trovo drammatica e per certi versi bellissima. Sembra quasi un film, tanto che a volte mi chiedo cosa avranno pensato quei ragazzi che sognavano solo di giocare a calcio. All’epoca non c’erano campioni strapagati, si giocava per passione e ci si incontrava tanto per divertirsi, secondo il pieno spirito olimpico. E non dimentichiamo la guerra, una cosa orribile. Sarebbe dunque bello onorare quei ragazzi firmando la petizione: meritano un riconoscimento sportivo in un paese come il nostro dove si dimentica tutto troppo facilmente. Non significherebbe vantarsi di avere tre scudetti, ma restituire qualcosa di giusto e di bello. Se poi lo chiedesse anche il Genoa sarebbe ancora più bello. Sapete, io sono uno che si proietta molto verso il futuro, ma, in maniera molto romantica, contemplo anche il passato e un calcio che non c’è più. Un calcio fatto di trasferte, di bandiere e sciarpe portate allo stadio, ma soprattutto di lealtà sportiva. E proprio in nome di quest’ultima firmare la petizione deve essere un dovere. Perché, se si può ricordare quei ragazzi con una celebrazione sportiva, oltre che con un monumento, sarebbe senza dubbio la cosa più romantica e bella“.

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