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Stop per la Lazio Primavera: il Palermo impone il pari senza reti al Fersini

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b>LAZIO (4-3-3): Matosevic; Dovidio, Mattia, Quaglia, Germoni; Murgia, Borecki, Rokavec (75′ Bezziccheri); Palombi, Rossi (61′ Folorunsho), Manoni (57′ Calì). A disp. Lazzari, Bernardi, Cinti, Cardelli, Pedrazzini, Cardoselli, Nolano, Cotani. All. Inzaghi

PALERMO (4-2-3-1) : Marson; Pezzella, Pirrello, Punzi (81′ Dalia), Giuliano; Toscano, Costantino; Grillo (90′ Plescia), Ferchichi, Palmisano (72′ Pane); La Gumina. A disp. Di Franco, Maddaloni, Gattabria, Lo Faso, Maniscalchi, Tafa. All. Bosi.

ARBITRO: Dionisi (sez. L’Aquila). ASS.: Rotondale- Sante Marinenza.

NOTE. Ammoniti: 36′ Pezzella (P), 60′ Germoni (L), 68′ Punzi (P), 72′ Folorunsho (L), 74′ Mattia (L), 85′ Quaglia (L). Recupero:1′ pt, 4′ st.

Dopo il roboante 4-0 sul campo del Pescara, esordio casalingo per la Lazio Primavera di Simone Inzaghi. Di fronte c’è l’indisioso Palermo, col bomber Ferchichi e l’imprevedibile La Gumina pericoli numeri uno. Il tecnico biancoceleste recupera Rossi in attacco e Borecki a centrocampo. Rispetto alla trasferta abruzzese, conferme per Manoni nel tridente offensivo, mentre Cardelli lascia spazio a Quaglia al centro della difesa, al fianco di Mattia. L’autore del primo gol in campionato biancoceleste ha accusato infatti dei fastidi fisici che ne hanno sconsigliato l’impiego.

Il match inizia a ritmi piuttosto blandi, con la Lazio che occupa comunque con una certa costanza la metà campo rosanero. Al 12′ arriva il primo timido tentativo su punizione dei siciliani, ma Matosevic lascia scorrere tranquillamente il pallone. Sul capovolgimento di fronte è Borecki che si fa pericoloso, ma sul tentativo del centrocampista laziale è provvidenziale per il Palermo il recupero di Pirrello.

Forse anche a causa dell’alta temperatura, tipicamente estiva, ma la prima metà del primo tempo non è memorabile. Si combatte molto a centrocampo, ma le due squadre semplicemente non trovano sbocchi. L’asse Toscano-La Gumina crea qualche grattacapo alla difesa di Inzaghi, ma Matosevic si dimostra molto attento nelle uscite. Il portiere biancoceleste è bravissimo al 28′ a sventare una conclusione di La Gumina che da ottima posizione sembrava destinato a sbloccare il risultato. Al 41′ è Grillo a trovare il varco giusto per la conclusione, ma da buona posizione il pallone manca nettamente il bersaglio. Dopo un minuto di recupero si chiude un primo tempo avaro di emozioni, con entrambe le formazioni capaci di annullarsi a vicenda.

Nel secondo tempo la Lazio prova ad accelerare: subito Palombi si rende protagonista di una buona iniziativa personale, ma viene stoppato dalla difesa rosanero. La manovra però resta prevedibile: al 12′ Inzaghi prova a dare una sferzata al suo tridente offensivo inserendo Calì al posto di Manoni. Matosevic continua a fare buona guardia sui numerosi traversoni che arrivano dalle fasce, mentre Simone Inzaghi, per ovviare a questa debolezza emersa a centrocampo, toglie Alessandro Rossi ed inserisce un centrocampista, Folorunsho.

Si arriva al 20′ della ripresa ancora a reti bianche: rinfoltire il centrocampo è una mossa che aiuta Inzaghi a rischiare un po’ meno, ma i ritmi rallentano, se possibile, ancora di più. Di fatto nei primi tre quarti di match l’unica vera occasione da gol risulta essere quella mancata da La Gumina nel primo tempo grazie ad un grande Matosevic. Ma la partita a scacchi tra i due allenatori finisce inevitabilmente per penalizzare un po’ lo spettacolo.

In questa concitata fase centrale della seconda frazione di gioco, il direttore di gara Dionisi è costretto a ricorrere al cartellino giallo per placare l’irruenza di Punzi da una parte, e di Folorunsho e Mattia dall’altra. Su una punizione di Toscano, nel frattempo, Matosevic si fa trovare pronto per l’ennesima volta. Alla mezz’ora il tecnico biancoceleste si gioca l’ultimo cambio, inserendo Bezziccheri per Rokavec.

Germoni, autore di una prestazione sopra le righe, prova la cavalcata personale: l’azione si avvia e termina col pallone tra i piedi di Calì, che trova l’intervento di Pezzella proprio al momento della battuta a rete. D’altronde nelle ultime battute del match solo una prodezza individuale può essere risolutiva. Prova a trovarla Murgia, ma per quanto il suo gesto tecnico sia apprezzabile, non trova fortuna sotto porta. Allo scadere però un brivido lo procura il neo entrato Plescia, che su un cross di Ferchichi manda a lato da pochi passi. Caldo e dispendio di energie costano care ai giocatori in campo, e i crampi non risparmiano i protagonisti. Si chiude però senza reti, con la Lazio che lascia per strada i primi punti della stagione, troppo poco incisivo in attacco contro un avversario comunque estremamente solido e determinato.

Fabio Belli

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