A
l momento, è impegnato in Lega Pro nella sua nuova casa, quel Siena che ha abbracciato per la prima volta in Serie A e che sta riaccompagnando passo dopo passo nella scalata nel calcio che conta ripartendo dalla Serie D. Ma Daniele Portanova non ha mai nascosto la sua fede biancoceleste nel corso di tutta la sua carriera: il difensore centrale non è mai riuscito a coronare il suo sogno di vestire la maglia della Lazio nel corso della sua carriera, ma è sempre rimasto vicino alle vicende dell’aquila. Ed è intervenuto nella trasmissione radiofonica di riferimento per tutti i tifosi laziali sugli 88.100 di Elle Radio, “I Laziali Sono Qua”, condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva, per commentare le ultime due vittorie della squadra di Stefano Pioli contro Genoa e Hellas Verona, che hanno permesso di mettere alle spalle il momento nero.
“A Verona si è vista la Lazio dell’anno scorso,” spiega Portanova, “Pioli doveva solo ritrovare il bandolo della matassa, perché quello che la Lazio aveva dimostrato lo scorso anno, non poteva essersi perso nel nulla. Decisivo poi a mio avviso è stato il rientro di Lucas Biglia, un giocatore che può essere considerato una colonna della Lazio. Anche il rientro di Marchetti è stato fondamentale, anche se Berisha, a dire la verità, non mi dispiace. Ma la cosa più importante da ritrovare era la mentalità.”
Da difensore, Portanova passa in rassegna la retroguardia laziale. A partire da Stefan Radu, spesso messo in discussione a causa delle ultime prestazioni non all’altezza. “Radu è un veterano è sente anche la responsabilità di tenere unito il gruppo. Le sue prestazioni sono equivalenti a quelle degli altri, non ha avuto secondo me alti e bassi superiori a quelli dei compagni di reparto, ho fiducia in lui. Mauricio e Gentiletti hanno caratteristiche che servono a un reparto difensivo. Mauricio incarna la forza e la grinta, che spesso chi vogliono: chi viene marcato da Mauricio pensa bene a quello che fa… Gentiletti e De Vrij sono forse più puliti negli interventi, ma tutti insieme rappresentano un reparto ben assortito.”
Dalla parte opposta del campo, la Lazio può contare su tre centravanti. “Fondamentalmente Djordjevic, Klose e Matri possono avere caratteristiche simili. Ma la qualità dell’attacco si vede quando c’è una squadra che gioca per gli attaccanti. E’ necessario esprimersi al cento per cento per supportare l’azione offensiva delle punte e il sistema di gioco di Pioli è ideale per venire incontro a questa necessità.”
Portanova ha anche parole al miele per i giovani biancocelesti. “Danilo Cataldi è il mio capitano,” spiega, “perché incarna la lazialità. Io sottolineo l’importanza di Pioli, con il quale ho avuto la fortuna di lavorare, nel processo di crescita che questo straordinario giocatore potrà avere di fronte a sé. Felipe Anderson ora è conosciuto, ma il suo talento resta: sarà più complicato dell’anno scorso emergere, ma anche a Verona ha dimostrato di avere sempre i numeri per trovare la soluzione giusta. Su Milinkovic-Savic mi aspettavo certe qualità, visto anche l’investimento economico compiuto per portare a Roma il giocatore.”
Sui valori del campionato, Portanova sottolinea: “La Lazio può ambire a tutti i traguardi alla luce del grande equilibrio che il torneo sta esprimendo. Non c’è più la Juventus schiacciasassi dell’anno scorso, la Lazio deve puntare in altro attraverso la forza del gruppo e della mentalità. Anche in Europa i biancocelesti devono credere nelle loro potenzialità, che sono quelle giuste per essere protagoniste in Europa League, anche se non è di certo un torneo facile. Ma l’organico è quello giusto per provare ad arrivare fino alla fine.”