Se in panchina metterà la metà dell’intelligenza tattica che aveva in campo, Alessandro Nesta diventerà presto uno degli allenatori più bravi del mondo. E’ questa la novità del giorno: Nesta allenatore del Miami F.C., squadra militante nella NASL (la serie B statunitense per intenderci). Intervistato dal Corriere dello Sport, l’ex capitano biancoceleste ha raccontato com’è nata questa idea: “Ho cominciato a pensare di fare l’allenatore già due, tre anni prima di chiudere la carriere da giocatore. Sapevo che il calcio mi sarebbe mancato e per rimanere sul campo la soluzione ideale era quella di diventare allenatore, per ritrovare la stessa adrenalina, per uno come me è fondamentale. Così da due anni ho cominciato a studiare, sono andato a Coverciano per prendere il patentino, ho fatto avanti e indietro da qui, perché era il mio nuovo obiettivo”.
Nesta è stato allenato da grandi tecnici durante la sua carriera da giocatore, non gli sarà difficile esportare negli Usa il made in Italy: “Sono stato con Lippi, Ancelotti, Zeman, Eriksson… ognuno mi ha lasciato qualcosa. Le mie idee sono quelle di schierare una squadra sì offensiva, ma che adotti anche quella organizzazione difensiva che è caratteristica del calcio italiano. L’obiettivo è mettere in campo una squadra che diverta, perché il calcio è spettacolo, così facendo si porta gente allo stadio. Traguardi? Crescere ed allenare negli Stati Uniti. Non vorrei tornare in Europa, anche se poi non si può mai dire”.
Impossibile non parlare della serie A: “Quest’anno si è speso molto, però, a mio giudizio ancora non è stato fatto il salto di qualità. La favorita? Per me è ancora la Juventus la più forte, resta al vertice. La Roma all’inizio l’ho vista male, ma contro la Juve ha disputato un incontro eccezionale. Ma ci vogliono quattro, cinque incontri per vedere gli autentici valori. Al Milan manca qualcosa a centrocampo. La Lazio, mi dispiace, ma lo choc dell’eliminazione dalla Champions si fa sentire, dopo una grande stagione, due partite e sei fuori è devastante, però ha un grande allenatore come Pioli e buoni giocatori”.