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Lazio-Genoa 2-0, la cronaca: si vola con Genio Filip e Mago Felipe

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opo il tracollo di Napoli, l’unica medicina era la vittoria. La Lazio l’ha buttata giù tutta, prima un po’ riluttante, poi sempre più di gusto sentendo moltiplicarsi le energie. Ancora tante assenze e qualche sbavatura affliggono una squadra che si può definire sicuramente ancora non guarita ma convalescente, ma i fantasmi partenopei sembrano finalmente svaniti. Soprattutto, il tabellino dice che la Lazio ha ritrovato Djordjevic in campo e tra i marcatori, e Felipe Anderson come leader e genio offensivo, dopo un lungo digiuno capace ancora di far sciogliere l’Olimpico con un’autentica prodezza. Visti i presupposti con i quali ci si era avvicinati a questo Lazio-Genoa, probabilmente non si poteva sperare di meglio.

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FORMAZIONI – Nella Lazio il fulmine a ciel sereno è il forfait di Matri: si rivede così Djordjevic dal primo minuto, dopo un avvio pieno di problemi fisici. Cataldi e Parolo sono i vertici bassi di centrocampo, si rivedono titolari Milinkovic-Savic e Kishna, al centro della difesa si rivede Gentiletti, e lo spaesato Hoedt di Napoli può così rifiatare. Il Genoa reduce dai ko contro Fiorentina e Juventus non rinuncia alla sua vena offensiva, con Ntcham nel tridente assieme a Pandev e Perotti.

SUBITO BRIVIDO – La Lazio parte a testa bassa, aggressiva e desiderosa di riscatto, ma il primo brivido è di marca genoana. Rincon al 5′ dal limite coglie un clamoroso palo a portiere battuto, e la Curva, già in contestazione, comincia decisamente a rumoreggiare. 3′ dopo la reazione biancoceleste si traduce in un’imperiosa progressione di Felipe Anderson che serve Milinkovic-Savic, che conclude però debolmente tra le braccia di Lamanna. I biancocelesti faticano però a sfondare e dopo un quarto d’ora Pioli inverte gli esterni d’attacco con Anderson che passa da destra a sinistra e Kishna che compie il percorso inverso.

LAMPO DJORDJEVIC – Le occasioni concrete però continuano ad essere del Genoa, con Rincon che si libera al tiro da ottima posizione e conclude di potenza, costringendo Marchetti alla grande risposta. Il primo vero guizzo biancoceleste arriva al 33′, sullo stesso binario del gol realizzato dal Dnipro. Punizione di Kishna e colpo di testa di Sergej Milinkovic-Savic, che trova lo straordinario riflesso di Lamanna che toglie il pallone da sotto la traversa per la deviazione in angolo. Ma al 35′ arriva il lampo che scuote la partita. Dalla sinistra Lulic lascia partire un cross che taglia tutta l’area del Genoa: la difesa rossoblu sale scriteriatamente e Djordjevic, completamente solo, piazza la palla dove Lamanna non può arrivare. Al 39′ il serbo prova il bis su punizione dal limite, mancando di poco il bersaglio. Ma l’ultimo vero sussulto del primo tempo arriva da Tachtsidis, che su punizione impegna severamente Marchetti.

FUORI CISSOKHO – Gasperini cambia subito molto ad inizio secondo tempo inserendo Diego Capel al posto dell’evanescente Ntcham, e l’ex Napoli Dzemaili al posto di Tachtsidis. I rossoblu provano ad imbastire una reazione, la Lazio a ripartire efficacemente. All’11’ pero Cissokho, già ammonito tre minuti prima, stende il lanciatissimo Felipe Anderson, e viene così espulso. La squadra di Pioli ha immediatamente l’occasione per raddoppiare grazie ad una grande giocata di Kishna, ma Djordjevic sceglie l’assist invece che il tiro e spreca l’opportunità. Gasperini nel frattempo riequilibra la squadra inserendo Figueiras al posto di Perotti.

FELIPE IL MAGO – E’ il minuto 16 quando la Lazio, a caccia del colpo per chiudere la partita, riceve la notizia più bella: il mago Felipe è tornato, e per svegliarsi dal torpore realizza forse quello che è uno dei suoi gol più belli in biancoceleste. Conclusione a girare dalla lunga distanza, sotto l’incrocio dei pali, imparabile per Lamanna: una delle magie alle quali il brasiliano aveva abituato il pubblico della Lazio nella scorsa stagione, e che sembravano smarrite, a loro volta svanite nel nulla. Un raddoppio che permette alla Lazio di gestire il risultato, anche se per i cambi Pioli attende oltre la mezz’ora.

FOLLIA PANDEV & SORPASSO – Al 33′ il primo ad entrare in campo dalla panchina tra le fila biancocelesti è Keita in luogo di Djordjevic. 5′ dopo Milinkovic-Savic lascia spazio a Morrison, Felipe Anderson a Mauri. Al 40′ Pandev perde la testa ed entra a gomito alto sul volto di Mauricio. Rosso diretto e Genoa ridotto in nove, davvero un brutto gesto da parte del macedone. Si chiude con la Lazio sul velluto e la Nord in contestazione come annunciato, ma scossa oltre che dai gol biancocelesti anche dalle prodezze di Eder e l’autorete di Manolas che hanno castigato la Roma a Marassi. Perché ci sono sere nere dall’inizio alla fine, ed altre che nascono bene e finiscono meglio. Con tanto di sorpasso.

Fabio Belli

TABELLINO: LAZIO-GENOA 2-0

Marcatori: 35′ Djordjevic, 62′ Felipe Anderson

LAZIO (4-2-3-1): Marchetti; Basta, Mauricio, Gentiletti, Lulic; Cataldi, Parolo; Felipe Anderson (82′ Mauri), Milinkovic-Savic (83′ Morrison), Kishna; Djordjevic (78′ Keita). A disp. Berisha, Guerrieri, Hoedt, Patric, Braafheid, Oikonomidis, Radu, Onazi. All. Pioli.

GENOA (3-4-3): Lamanna; De Maio, Burdisso, Marchese; Cissokho, Rincon, Tachtsidis (46′ Dzemaili), Laxalt; Ntcham (46′ Capel), Pandev, Perotti (58′ Figueiras). A disp. Ujkani, Sommariva, Ierardi, Lazovic, Asencio Raul. All. Gasperini

ARBITRO: Rizzoli (sez. Bologna).

ASS.: Passeri-Peretti. IV: Musolino. ADD.: Fabbri-Abisso.

NOTE. Ammoniti: 24′ Cataldi (L), 38′ Marchese (G), 42′ Mauricio (L), 53′ Cissokho (G), 64′ Gentiletti (L), 76′ Milinkovic-Savic (L), 78′ Figueiras (G) Espulsi: 56′ Cissokho (G) per doppia ammonizione, 85′ Pandev (G). Recupero:1′ pt, 4′ st.

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