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La costruzione di un errore richiede del tempo” cantava Georgeanne Kalweit con i Delta V, e di acqua sotto i ponti ne è passata tanta per i gioielli biancocelesti della corsia mancina. Gioielli detto con cognizione di causa, visto che nell’ultima trionfale stagione biancoceleste, Radu, Lulic e Braafheid hanno rappresentato un’arma segreta, in diverse fasi della stagione, per costruire i grandi risultati ottenuti dalla Banda Pioli. E ogni giocatore si ritrova metaforicamente a guardare una fotografia del momento più bello dell’anno scorso e a chiedersi malinconicamente cosa sia mancato oggi.
UN PASSO DALLA GLORIA – Stefan Radu sembra, ad esempio, essersi fermato alla zuccata vincente nella finale di Coppa Italia contro la Juventus. In quel momento alla Lazio tutto sembrava perfetto: un trofeo a portata di mano, il secondo posto ancora possibile con il derby all’orizzonte, la sensazione che qualunque sogno potesse diventare realtà. Tutto questo ben prima del rinnovo quinquennale che ha legato praticamente il difensore romeno alla Lazio fino alla fine della sua carriera. Come è andata a finire quella finale è superfluo ricordarlo, cosa sia successo invece a Radu, al momento, è difficile immaginarlo. Una forma accettabile ancora da raggiungere resta l’ipotesi più probabile, anche se il pur esperto terzino sinistro sembra aver perso proprio i riferimenti tattici, non riuscendo ad aiutarsi di fronte alle avanzate avversarie neppure con quel “mestiere” che dovrebbe ad esempio preservarlo dalle tante diagonali sbagliate nell’ultimo periodo. Ma tatticamente parlando la diagonale è una strana bestia, e riesce bene solo se tutta la squadra si muove nel modo giusto. Qualcuno rimprovera anche il fatto che il giocatore possa essersi “seduto” una volta firmato il rinnovo, ma anche i contratti nel calcio sono una strana bestia, e possiamo scoprire facilmente perché.
LULIC, QUO VADIS? – Se il problema per Radu è il rinnovo del contratto infatti, a Senad Lulic si rimprovera paradossalmente una questione diametralmente opposta. Il bosniaco infatti il contratto sembra non volerlo rinnovare, o perlomeno l’accordo con la società non arriva. Per cui i detrattori rimproverano: non è più motivato, va ceduto. Possibile? L’uomo del 26 maggio vanta ancora un credito importante all’interno della tifoseria laziale, e va sottolineato come Senad non si sia fermato certo a quel momento di gloria eterna risalente a più di due anni fa. L’anno scorso è stato il suo gol a Napoli a regalare l’accesso alla finale di Coppa Italia. Un momento che sembrava averlo consegnato a vita alla Lazio, come se ormai appartenesse al club e alla sua storia, tanto che Marchetti lo omaggia spesso e volentieri indossando la sua maglia sia in campo sia in “borghese”. Ma quest’anno, mal di pancia contrattuali a parte, anche Lulic sembra essere stato risucchiato in un vortice tattico che lo vede al momento poco efficace come mezz’ala. Lui che si era espresso sostanzialmente sempre meglio a centrocampo piuttosto che da terzino sinistro puro, sembra aver perso quella spinta fondamentale che lo ha reso spesso e volentieri l’uomo in più nella fase d’attacco. Pioli sembra intenzionato a riciclarlo come terzino sinistro, per dare respiro a Radu. Anche se l’alternativa al romeno sarebbe un’altra…
CROCE, ROSSA – Edson Braafheid è arrivato infatti alla Lazio per rilanciare una carriera che l’aveva visto passare dalla finale dei Mondiali del 2010 e dalla militanza nel Bayern Monaco, a ritrovarsi fuori rosa per l’Hoffeheim. Non per motivi tecnici ma per beghe contrattuali, va specificato; resta il fatto che l’esterno sinistro olandese si era presentato a Formello dopo una lunga inattività. La sua fotografia lo ritrae mentre pennella cross perfetti nell’esordio all’Olimpico contro il Cesena, un anno fa. Affidabile e in forma, l’olandese si è fermato a Parma per un infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per più di tre mesi. E da allora ha trascorso molto più tempo in infermeria che in campo. Il contratto rinnovato in estate lasciava però presagire un recupero completo del giocatore, pronto a rappresentare un’alternativa concreta anche in questa stagione. E invece sono arrivati altri guai fisici, l’esclusione dalla lista UEFA ed anche un momento di nervosismo con Radu in allenamento, circa due settimane fa. Al momento Pioli sembra averci messo sopra una croce, anche se il Braafheid dello scorso anno gli servirebbe come il pane per tamponare l’emergenza e dare respiro ai titolari meno in forma. Ma la costruzione di un errore richiede del tempo, dicevamo all’inizio: e di errori se ne sono sommati tanti, per trasformare la fascia sinistra da punto di forza a punto debole della Lazio. Dal riscatto di Radu, Lulic e Braafheid, passa quello della squadra di Pioli: una consapevolezza che in questo momento è anche la prima preoccupazione del mister biancoceleste.
Fabio Belli