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Inesperienza e disattenzione frenano la Lazio ma c’è luce in fondo al tunnel



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A piccoli passi la Lazio sta lentamente crescendo. Dopo i tre punti conquistati in campionato domenica scorsa contro l’Udinese, ieri sera nell’esordio in Europa League ha sfiorato la vittoria con il Dnipro. La squadra di Pioli non è riuscita a bissare il successo e le colpe sono state molteplici. A prescindere dall’errore del direttore di gara, che ha protratto l’incontro oltre il tempo di recupero, sono stati gli uomini del tecnico emiliano a sprecare una grande occasione. Nonostante in campo la Lazio abbia schierato solo pochi titolari, i biancocelesti sono stati padroni del campo. Dopo il vantaggio raggiunto con il gol di Milinkovic-Savic, all’esordio dal primo minuto sia con la Lazio che nella competizione, gli uomini di Pioli hanno sfiorato più volte il raddoppio ma non sono riusciti a centrarlo. Si sa, il calcio è così, se sbagli molto rischi di pagarla cara e questo si è verificato ancora una volta. Un errore nel finale dell’incontro, quando i biancocelesti in campo erano ormai con la testa sotto la doccia, sicuri di aver conquistato i primi tre punti di questa nuova avventura europea, è arrivata la beffa finale. La squadra laziale, con tutti quei giovani sul terreno di gioco, ha peccato di inesperienza e presunzione, anche se ad onor del vero il gol subito è stato un concentrato di errori ma quello più grande è stato lasciare tre uomini del Dnipro incustoditi nel settore sinistro del reparto arretrato biancoceleste. L’incontro era agli sgoccioli sarebbe bastato essere più attenti e precisi nel rinviare il pallone e nel coprire gli spazi… ma come prendersela con degli esordienti che in campo hanno dato tutto ciò che avevano quando lo sbaglio maggiore viene fatto, per l’ennesima volta, da Radu, uno dei veterani di questa squadra. Il romeno non riesce a tornare quell’elemento che i tifosi laziali hanno imparato ad amare, in campo spesso ripete gli stessi errori, sembra giocare con il freno a mano tirato, è disattento e non riesce a mantenere la concentrazione necessaria fino al novantesimo. Comunque, anche se la partita per come è terminata ha lasciato l’amaro in bocca a tutte le componenti biancocelesti, c’è da essere fiduciosi. La squadra ha dato segnali di risveglio, i giocatori cominciano a capire il tipo di gioco che vuole il tecnico, le gambe cominciano a girare nel verso giusto e la dimostrazione si è avuta fino all’evitabilissimo errore finale. In questo momento non bisogna puntare il dito ne contro la squadra ne contro i singoli ma solamente aspettare che l’amalgama e la forma dei giocatori raggiungano l’apice perchè tra tante spine ancora da estirpare si iniziano a vedere bagliori di luce che fanno presagire un futuro migliore per la truppa di Pioli.

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