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Gregucci a I Laziali Sono Qua: “Giù le mani da Pioli. Matri? Meglio un giovane…”

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Angelo Adamo Gregucci ha vissuto il punto più basso della storia della Lazio e l’anticamera della grande Lazio di Cragnotti. Ha fatto parte della banda dei meno 9 e ha indossato la fascia da capitano nella Lazio di Zoff che dopo 15 anni tornava in Europa. Indubbiamente rappresenta uno dei simboli dell’ultimo trentennio biancoceleste. Intervistato dalla trasmissione radiofonica I Laziali Sono Qua di Danilo Galdino e Vincenzo Oliva – in onda tutte le mattine dalle 10:00 alle 13:00 su Elle Radio 88.100 – l’ex difensore pugliese ha indicato l’origine del male della Lazio: “Il problema non è solo nella fase difensiva. Bisogna mettere sotto analisi tutto. La prima considerazione che faccio è che manca la fame. I ragazzi non sono partiti determinanti come nella scorsa stagione. L’anno scorso la squadra veniva da tante critiche e voleva mostrare il proprio valore. Invece quest’anno si è ritrovata a giocare obiettivi inattesi: Champions League, finale di Coppa Italia e Supercoppa italiana. Il calcio d’agosto, che conta poco per gli altri, per noi rappresentava la panacea della nostra stagione: per arrivare nell’Europa dei grandi e per cercare di contendere alla Juve un titolo. Sono rammaricato. Abbiamo trovato la Juve che era un cantiere, probabilmente la peggiore degli ultimi anni, privata di 3 giocatori molto forti dal punto di vista carismatico più che tecnico. Era una Juve in fase embrionale e non siamo riusciti a tenerle testa. Discutibile anche la sede della partita, ma non entro nei meriti di tale scelta. Nei preliminari di Champions abbiamo affrontato la quarta squadra di Germania contro la terza italiana e hanno dimostrato che loro sono più forti. Inoltre, noi come calcio italiano non siamo preparati. Udinese, Lazio, Napoli, Sampdoria, negli ultimi anni sono sempre uscite ai preliminari. Solo il Milan è riuscito a passare il playoff di Champions contro il Psv. Per non parlare dell’eliminazione della Sampdoria dall’Europa League contro gli sconosciuti del Vojvodina. Il nostro agosto è stato terrificante e ha azzerato tutto l’entusiasmo che si era creato qualche mese fa: ricordo ancora i tifosi a Formello che festeggiano con la squadra dopo la vittoria di Napoli”.

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MERCATO INSODDISFACENTE – Gregucci critica il mercato estivo del club biancoceleste scevro da grossi colpi: “Questa campagna acquisti è in linea con le scelte della società che ogni anno prende giovani bravi da formare. L’esempio è Felipe Anderson che nella passata stagione ha fatto vedere grandi giocate, gli manca continuità per dimostrare che è un campione, ma le qualità ci sono. Io al posto della società avrei preso almeno un fuoriclasse come ad esempio Jackson Martinez, giocatore che conosce la Champions. Pioli e il suo staff hanno fatto un lavoro meraviglioso. Hanno glorificato la nostra società facendo vedere un calcio che non si vedeva da tempo, in cui motivazione e determinazione erano su massimi livelli. I giocatori attaccavano la porta in 4-5, non a caso tanti centrocampisti sono andati in doppia cifra. Oltre al terzo posto, abbiamo visto un bel gioco, la Lazio ha espresso il miglior calcio d’Italia. Io ripartirei dalla fame, testa bassa e lavorare. Soprattutto a livello emotivo bisogna ricreare l’ambiente del girone di ritorno della scorso campionato. C’era una bella sinergia col pubblico, che è durata fino al preliminare di Champions d’andata. Un clima che si è dissolto con la gara di ritorno”. 

PIOLI NON SI TOCCA – L’allenatore tarantino difende l’operato del suo collega Pioli: “Inutile criticare quando i buoi sono scappati. Ci si chiede perché il mister non ha scelto Gentiletti piuttosto che Mauricio, perché Onazi e non Cataldi?! Ma va considerato che lui vede i giocatori tutti i giorni in allenamento, quindi carpisce sfumature che noi non rileviamo. Va ricomposto lo spirito della squadra: chi va in campo deve rappresentare prima la società che se stesso. Qui il problema non è nel nome di chi scende in campo. L’anno scorso era forte lo spirito di squadra. Prima viene la squadra e poi gli interessi personali. I mal di pancia non fanno male solo alla Lazio ma a tutti quanti. Noi oggi non dobbiamo mettere in discussione Pioli ma l’atteggiamento della squadra. Roma è un ambiente difficile che passa facilmente dall’euforia alla depressione. La squadra deve ritrovare la compattezza della scorsa stagione. Ricordo ad esempio che quando segnava Felipe Anderson il primo a festeggiare era Keita. Questo è lo spirito che il gruppo deve ritrovare”.

LARGO AI GIOVANI – L’ultimo giorno di mercato ha riservato la sorpresa Matri, un acquisto che Gregucci ritiene poco utile alla causa: “Io non l’avrei preso, avrei puntato su un fuoriclasse a giugno. Ripeto il nome di Jackson Martinez. Visto che Djordjevic ha qualche problema – non scordiamoci che nella passata stagione ha avuto un infortunio molto grave – Klose è un fuoriclasse ma è grande, quindi andava preso un sostituto all’altezza. In alternativa avrei preso un giovane o avrei puntato sui nostri ragazzi. O si prende un attaccante molto forte o mi cresco i miei. Con tutto il rispetto per Matri ma non ci serviva un ripiego di un’altra società. Io in quello spazio temporale in cui mancheranno Klose e Djordjevic avrei puntato su uno dei nostri ragazzi”. L’ex capitano biancoceleste apre una parentesi sul calcio giovanile: “Mi chiedo a che serve vincere il campionato primavera? Il campionato più inutile del settore giovanile. Poi ci domandiamo perché in Olanda e in Germania a 17-18 anni sono già titolari in prima squadra, mentre qui in Italia a 20 anni i ragazzi giocano ancora in Primavera. Il campionato primavera non forma. Noi non diamo rilevanza al merito: se sei bravo giochi in prima squadra a prescindere dall’età. Comunque vada Matri non sarà un nostro patrimonio, servirà soltanto a coprire dei buchi con la sua esperienza. Bisogna prendersi le proprie responsabilità esaltando il lavoro del settore giovanile. Io voglio bene al calcio italiano ma dobbiamo riformarlo per riappropriarci del termine credibilità”.

 

Fabrizio Piepoli

 

 

 

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