Insieme a Pioli, in conferenza stampa si è presentato anche Felipe Anderson che ha parlato della sfida contro il Saint’Etienne di domani sera.
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i seguito la conferenza completa di Anderson:
A livello fisico come stai?
“All’inizio ho fatto un po’ di fatica anche perché sono tornato un po’ dopo il resto del gruppo. Ora sto benissimo. Partita dopo partita, allenamento dopo allenamento migliorerò sempre di più!”
Cosa ti manca per tornare quello dello scorso anno?
“Sono giovane, lo scorso anno ho imparato tante cose ed ho visto cosa posso fare. Il gol mi ha dato fiducia, sono contento, mi aiuta anche per provare giocate più difficile. Devo però pensare al bene della squadra, se poi arriva la giocata o il gol bene, ma l’importante è la squadra”.
Cosa rappresenta per te l’abbraccio con il mister? Cosa c’è in quell’abbraccio?
“L’abbraccio me lo aveva dato anche a Napoli, quando ero in difficoltà e mi ha dato forza. Quell’abbraccio era per ringraziarlo della fiducia che mi ha sempre dato”.
Matri o Djordjevic, insomma una prima punta, oppure Keita, cosa cambia?
“Un po’ cambia, ma non molto. Keita ha imparato molto bene a fare quel ruolo di riferimento che il mister gli chiede”.
Sei considerato il più forte della Lazio, senti la pressione?
“Non mi sono mai sentito il miglior giocatore. Quando ho fatto benissimo era perché la squadra girava benissimo. Mi sento importante, uno che può fare la differenza, ma non mi ha mai pesato questo ruolo. Mi sento uguale agli altri, uno che deve correre e lavorare prima di fare la differenza”.
Hai ritenuto eccessive le critiche di inizio stagione? Senti di poterti ripetere anche per il gol?
“Nel calcio è normale essere criticato. Nessuno è contento di essere criticato, ma il calcio è questo. Un giorno ti criticano, il giorno dopo sei il migliore di tutti”.
È più complicato confermarsi?
“Sicuramente quando l’avversario ti conosce è più difficile, ma ogni partita è diversa dalla precedente. Devo fare le scelte giuste per ripetermi. Quello che ho fatto lo scorso anno l’ho dimenticato. Devo lavorare per crescere e migliorarmi”.
È emozionante giocare in Europa? Dove può arrivare questa Lazio?
“Sempre è emozionante giocare contro squadre di un altro paese. Vogliamo fare benissimo in questa competizione come in campionato. Dobbiamo però pensare partita dopo partita, dando il meglio per vincerla”.
Dal nostro inviato
Fabrizio Piepoli
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