Cara Lazio,
stanotte non mi hai fatto prendere sonno. Neanche la scorsa notte a dire il vero io ho dormito granchè, ma per motivi diversi. Carica, adrenalina e tensione erano sicuramente compagne più liete rispetto a delusione e amarezza. Ieri dovevo studiare, eppure non riuscivo a non pensare alla partita…. “Voglio andare a vincere in Europa, e cantare la mia canzon che fa….” erano le cose che ripetevo invece di normative, grafici e definizioni economiche…Rimpianti? Nessuno, mai. In Europa, quella dei grandi, volevo andarci davvero. Sulla cartina geografica stavo già segnando tutti i miei amici in Erasmus, immaginando grandi gite in macchina e notti da sogno in stadi fantastici…Invece no, non ancora almeno. Stamattina, se possibile, ho studiato ancor meno. Non faccio altro che pensare a quel pallone che da Onazi, va sul ginocchio di Mauricio servendo un assist perfetto per Chalanoglu e poi…gonfia la rete. Mi è impossibile non soffermarmi a pensare a quell’occasione di Keita fermata con un braccio. E mentre provo a memorizzare articoli dal codice civile, in mente mi risuona quella canzone “Voglio andare a vincere in Europa….”. E’ inevitabile. Sono arrabbiato, deluso e dispiaciuto. Commenti tecnico-tattici non ho la presunzione di poterne fare, nè ho la voglia di farne. Ormai è andata. Mamma entra in camera e mi dice “Studia dai! Pazienza è andata così”. Chi è tifoso come me una cosa non può sopportare in determinate occasioni, la parola “Pazienza”. Nella mia ignoranza di meccanismi societari però, credo una cosa: la parola pazienza, non deve essere contemplata da una società di calcio. Pazienza può voler dire “Abbiamo fatto il possibile, non è bastato, ci riproverò” e allora ok. Ma se nella sua accezione negativa e pessimistica vuol significare “Vabbè ormai è andata, non fa niente” allora NO. Ogni squadra deve analizzare gli errori, perchè tutti ne commettono. Sbagliano Real Madrid, Bayern Monaco e Barca, figuriamoci se non sbaglia la Lazio. Da domani pian piano la delusione si attenuerà, e la mia concentrazione sui libri aumenterà facendo la felicità di mamma (ed in fondo anche il mio bene). Ma una società sportiva deve tenere conto più di una serata storta come quella di ieri, che di una positiva, perchè è così che si cresce. Lasciate la delusione e l’amarezza a noi tifosi…Di delusione ne ho tanta, ma bisogna anche essere riconoscenti verso un gruppo di ragazzi che dal nulla, senza che nessuno se lo aspettava, ci hanno portato a 90′ dall’Europa che conta. Non ci siamo entrati, e sfiorarla per così poco fa male, malissimo. Ma in fondo, quando la delusione svanirà, la tristezza finirà, e quando rivedrò in campo quelle maglie biancocelesti sarò di nuovo la persona più felice al mondo. E pazienza se dovrò ridisegnare la mia cartina geografica con amici sparsi per l’Europa. Fuori Madrid, Monaco e Parigi, dentro Bilbao, Lisbona e Liverpool….fa male, ma in fondo poteva andare peggio. Perchè tu, cara Lazio, sei come una bella ragazza, che sai che ti farà male, ma lontana dalla quale non vuoi, e non puoi, stare!
A presto Lazio
U
n tifoso innamorato