Il calcio è sport di squadra. Si vince in 11, anzi si vince tutti insieme (titolari, riserve, staff tecnico), e si perde in altrettanti. Senza se, e senza ma! Se poi l’errore che ha messo in salita la partita lo fa il centrale più forte che hai in rosa, pazienza. Capita. Non dovrebbe capitare in determinate occasioni, ma capita…La delusione è enorme, comprensibile e giustificata. Ma ora parlare di difesa a tre, a quattro, di singoli o di reparto, di infortuni o di sfortuna, è tanto riduttivo quanto inutile. Abbiamo affrontato una squadra forte, tosta e soprattutto abituata ad affrontare determinate gare. Esperienza che Lazio, purtroppo non ha. In certe occasioni, più che in altre, questa conta tremendamente. Ieri la partita era confusionaria e poco affascinante, ma fino al 40′ la Lazio controllava discretamente bene. È bastato un errore, un clamoroso infortunio, per far crollare qualsiasi tipo di certezza o sicurezza. Le gambe tremavano, il pallone scottava e la partita è scivolata via senza neanche accorgersene. Buttare via un campionato o quasi, come quello dello scorso anno, è davvero un peccato. Non bisogna però rischiare di buttare via molto di più. Quel processo di crescita cominciato 12 mesi fa non può finire per una partita storta. Da essa va presa coscienza di determinanti errori. Errori dei giocatori, dell’allenatore e della società. Da oggi si deve ripartire, non si deve ricominciare. La delusione aiuta a fortificare e le sconfitte aiutano a crescere, bene, per quanto impossibile da pensare per noi tifosi, tutti quanti nella Lazio devono imparare tanto da ieri sera. Deve servire da lezione a tutti. Perché vanificare un terzo posto fa male, ma vanificare un anno intero non si può. Forza Lazio, reagisci ancora una volta, perché per fortuna, si torna in campo tra sole 72 ore.
Stefano Gaudino