Ammazza che botta! Nessuno, neanche il peggior pessimista, avrebbe potuto immaginare un tracollo di questo tipo. La Lazio abbandona la Champions per ripiegare sull’Europa League. A mio avviso competizione più adatta per la squadra di mister Pioli. E già, perché la sonora sconfitta patita dai pionieri capitolini, ha messo in mostra tutti i problemi su cui bisognerà lavorare per migliorare, una rosa ancora troppo debole per la massima competizione europea.
Come si suol dire il pesce puzza dalla testa e allora iniziamo ad analizzare insieme da dove ha origine la sonora sconfitta subita ieri sera alla BayArena. Al di là del risultato, la prima cosa che balza all’occhio è che ieri sera, sui cinque nuovi acquisti presi per rinforzare l’organico, soltanto uno (Kishna) è stato utilizzato per poco più di mezz’ora, ma quando ormai il risultato era già sfavorevole. Che la Lazio avrebbe disputato questi preliminari lo si sapeva già dallo scorso maggio. Quindi era lecito domandarsi su dove intervenire. Tutti ci aspettavamo che almeno uno o due degli acquisti fatti sinora potesse presentarsi come titolare nel doppio scontro contro la rivale tedesca.
Lo scorso anno abbiamo assistito al calo di Radu e tutti ci aspettavamo un rinforzo sull’out di sinistra, mentre i rinnovi del romeno fino al 2020 e quello annuale di Braafheid hanno spiazzato un po’ tutti. Se manca Marchetti chi para? Berisha è un portiere nella media, se non sotto, e difficilmente esce dall’ordinario. Non sarebbe il caso di lanciare Guerrieri, “romano de Roma” di cui si parla un gran bene? Passiamo al centrocampo occupandoci di questo dannoso problema che riguarda il sostituto di Biglia. Chi è il vice di Biglia? Esiste, non esiste? Mister non possiamo scendere in campo con Eddy Onazi playmaker. Non è il suo ruolo. Mentre noi crediamo che Cataldi sia il più idoneo a sostituire l’argentino nelle situazioni d’emergenza. Ieri forse anche Pioli ha sbagliato con quel modulo, ma va anche detto che fino alla gaffe di de Vrij la Lazio aveva contenuto con intelligenza la formazione di Schmidt.
Il problema principale si è creato dopo, nella ripresa, con la Lazio che ha continuato a subire la manovra dei tedeschi subendo altri due gol senza mai dare segnali di ripresa. L’espulsione di Mauricio al 70′ ha complicato tutto, ricordando i classici “cappottoni europei”, quelli che arrivano quando si perdono le staffe, quando ormai si è in alto mare in balia delle onde.
A difesa del mister e della squadra va di fatto anche menzionato che fino al primo gol la Lazio aveva espresso un discreto calcio, anche se Felipe Anderson continua a non dare segnali di vita e spesso la Lazio gioca in dieci.
Per concludere possiamo dire che la Lazio ha speso 10 milioni di euro per Milinkovic-Savic ancora non pronto, Hoedt e Patric finora sono stati spettatori non paganti, Morrison ieri ha esordito nei cinque minuti finali. Ad oggi, Kishna è l’unico che sembra già avere il passo dei titolari. Crediamo sia anomalo, per una società seria come la Lazio, annotare queste defezioni.
L
o sbaglio, come ammesso dallo stesso Pioli, è stato fatto sulla tempistica. Perché la Lazio poteva e doveva muoversi per tempo, senza perder tempo con le solite “tarantelle” su milione più milione meno.
Fra i nuovi innesti quelli che ad oggi sembrano essere i più forti (Milinkovic e Kishna) sono stati acquistati a ridosso di una doppia sfida troppo importante. Tenere Cataldi in panchina e continuare a schierare Anderson titolare sono stati gli sbagli maggiori, forse anche più del modulo proposto.
Al presidente Lotito va fatto un appunto: in undici anni di Lazio non è mai riuscito a portarla in Champions League. Eccezion fatta per la stagione 2006-2007 in cui la Lazio arrivò terza in classifica, ma con Juve e Napoli in serie B, il Milan con 8 punti di penalizzazione e la Fiorentina con 11.
Dopo la sconfitta contro la Juve e quella contro il Bayer Leverkusen, i segnali che arrivano non sono dei più esaltanti. Non abbiamo la palla di vetro e non ci piace fare profezie, attendiamo quindi la chiusura del calciomercato per fare delle valutazioni più precise. Ad oggi, però, questa Lazio desta non poche perplessità.
Davide Sperati