La fascia da capitano come la mela della discordia nella tragedia greca. Un riconoscimento importante da assegnare, un onore da ricevere e meritarsi. Legare una fascia stretta al braccio significa tanto, significa essere leader ma anche rappresentanti di un qualcosa di più… Se il pomo della discordia causò 10 anni di guerre, per fortuna la fascia da capitano ha avuto effetti ben meno devastanti. Tutto si è placato, la delusione è lecita, ma lo spirito di squadra e di abnegazione ha fatto il suo corso in maniera rapida e veloce. Ieri (probabilmente) le ultime parole a riguardo da parte di Pioli “Biglia è il nostro capitano, non si muove. Klose sarà il vice“. Due amici che si stimano e che si rispettano, due leader che sanno come farsi rispettare senza necessità di tatuaggi o capigliature strane, ma soprattutto due campioni affermati a livello internazionale. Campione del mondo uno, vice campione l’altro. Non capita tanto spesso di trovare in una squadra capitano e vice che si sono incontrati (giocando da titolari entrambi, ndr) in finale di coppa del Mondo. Motivo di orgoglio per la Lazio, ma allo stesso tempo anche di consapevolezza che l’organico è importante. Due fuoriclasse affermati che non hanno mai messo il bene proprio davanti a quello della squadra, masticando amaro quando le cose non andavano come speravano, ma sempre nel rispetto dei ruoli. Due uomini che sanno mettersi al servizio di giovani aquile in cerca di guide, e che guide! Due uomini, prima che calciatori, al servizio, ma al tempo stesso alla guida, della Lazio. Per una Lazio “mondiale”.
Stefano Gaudino