Un bomber indimenticabile per la tifoseria biancoceleste. Dalla rovesciata contro il Modena ai gol in Champions League e in finale di Coppa Italia contro la Juventus, Bernardo Corradi ha rappresentato un punto fermo in una delle Lazio più belle dei tempi recenti, quella del decennio scorso guidata in panchina da Roberto Mancini. L’ex attaccante biancoceleste è stato ospite della trasmissione radiofonica, punto di riferimento per tutta la tifoseria biancocelste, “I Laziali Sono Qua”, in onda sugli 88.100 di Elle Radio e condotta da Danilo Galdino e Vincenzo Oliva.
MANCANZA DI REAZIONE – Si parte ovviamente dal tracollo di Verona, con Corradi che racconta la sua idea sulla partita del Bentegodi: “Guardando la partita di ieri, sembra evidente che l’uscita dalla Champions League abbia causato un blocco psicologico. La squadra mi è sembrata in difficoltà anche a livello fisico, non in grado di rispondere ad uno “schiaffo” preso, come riusciva meglio nella passata stagione. Sia a Leverkusen che a Verona è mancata la capacità di reazione.”
IL PESO DELLA DELUSIONE – Analizzando le cause che hanno portato ad un avvio di stagione così deludente, il bomber della “Banda Mancini” ha un’opinione piuttosto netta: “Non credo, conoscendo la qualità del lavoro di Pioli, che sia un problema di metodi di allenamento. Da un anno all’altro non si può peggiorare così radicalmente, di punto in bianco. Credo che in molti, me compreso, avessero fatto più di un pensierino sul passaggio del turno in Champions. La delusione patita in Germania ha lasciato degli strascichi, ed ha influito sulla convinzione che la squadra avrebbe dovuto mettere in campo a Verona.”
TRA COLPE E SFORTUNA – Corradi distingue anche nettamente la sconfitta di Champions con quella di domenica sera: “Purtroppo la fortuna è un po’ mancata in un momento decisivo: ma se a Leverkusen alcune attenuanti non erano mancate, dal rigore negato all’espulsione troppo severa di Mauricio, contro il Chievo Pioli si è giustamente lamentato perché una sconfitta così, senza attenuanti, affonda le radici anche nell’atteggiamento tenuto in campo dalla squadra.”
MERCATISSIMO – Le ultime ore di mercato monopolizzano l’attenzione. Corradi ipotizza dove e come si potrebbe intervenire: “Non conosco le condizioni attuali degli attaccanti infortunati: Keita ha provato ad adattarsi come prima punta, ma è un processo di mutazione che avrebbe richiesto più tempo. Secondo me se qualcuno arriverà, sarà all’interno di una trattativa già avviata da tempo: non si possono prendere decisioni importanti nell’ultimo giorno di mercato, per cui la società se agirà, avrà già pianificato da tempo quello che eventualmente accadrà oggi.”
SERVE COMPATTEZZA – Su Pioli Corradi non ha poi dubbi: “Lazio-Udinese, dopo la sosta, non credo sarà uno spartiacque per il futuro del tecnico e della squadra in generale: con Pioli la Lazio ha trovato una figura di riferimento della quale può fidarsi. E’ normale pensare che sia fondamentale vincere contro i friulani, ma io mi accontenterei di vedere un cambio di atteggiamento. I numeri dicono che nelle partite ufficiali la Lazio ha realizzato finora tre gol subendone dieci. Servirà quindi una dimostrazione di solidità per dimostrare che la squadra può tornare ai livelli dell’anno scorso, a prescindere dal fatto che partite come quella di Leverkusen sono state anche pesantemente influenzate da errori individuali. Ma contro il Chievo l’undici in campo è apparso slegato, bisognerà migliorare questo aspetto da subito.”
IL PUNTO SUL CAMPIONATO – Un’ultima considerazione sul campionato: “La Juventus sta vivendo un momento di difficoltà, e si stanno affacciando realtà importanti rispetto alle ultime due stagioni. L’Inter non ha giocato brillantemente, ma ha già accumulato sei punti di vantaggio sui bianconeri. Il Milan ha investito tanto sull’attacco, ha i terminali offensivi giusti ma dovrebbe rinforzare anche gli altri reparti, viste le difficoltà evidenziate in fase di costruzione. Il Napoli è sempre il solito, ha un alieno lì davanti, ma tante altre lacune. Torino-Fiorentina ha dimostrato come i granata potrebbero essere una sorpresa assoluta: i viola nel primo tempo sono stati devastanti, ma i giovani del Toro possono togliersi enormi soddisfazioni. Infine, l’altra squadra della città, che ha secondo me impresso la svolta con l’acquisto di un grande centravanti. Questo però potrebbe segnare la fine della lunghissima storia di un simbolo come il capitano giallorosso, che sembra ai margini del progetto, almeno per il momento. Resta il fatto che la Juventus, in dieci e sotto di due gol, ha mancato la rimonta solo per un miracolo del portiere giallorosso. Le assenze di Marchisio e Khedira hanno messo ancor di più in difficoltà un centrocampo già orfano di Pirlo. Ma l’assenza che si farà più sentire in casa bianconera, a mio avviso, sarà quella di Tevez. La reazione di ieri mi fa pensare che la Juventus dirà ancora la sua, se non sarà più afflitta dagli infortuni.”
Fabio Belli